Il ricongiungimento è ormai uno dei temi principali che riguardano il fenomeno dell’immigrazione nel nostro Paese. Bloccati ormai da anni gli ingressi per motivi di lavoro subordinato (l’ultimo Decreto Flussi è del 2010), gli ingressi per motivi familiari, a seguito delle procedure di ricongiungimento, costituiscono ormai la principale modalità di ingresso regolare in Europa.
La materia è disciplinata dal Testo Unico sull’Immigrazione (D.lgs. 286/98) principalmente all’articolo 29 e ss ed è stata recentemente modificata grazie al recepimento della Direttiva comunitaria n. 2003/86/CE. Il procedimento è piuttosto complesso e la documentazione a corredo dell’istanza è spesso costosa e difficile da reperire. L’invio dell’istanza, che si inoltra per via telematica già da diversi anni, prevede una convocazione presso gli uffici dello Sportello Unico per l’Immigrazione, sito presso la Prefettura, competente in base alla residenza del familiare che richiede l’arrivo dei familiari. Lo Sportello Unico, verifica il possesso dei requisiti di reddito e alloggio da parte del richiedente e – in caso positivo – rilascia il Nulla Osta all’ingresso a favore dei familiari stranieri residenti all’estero, che a loro volta devono presentarsi alla Rappresentanza consolare italiana nel Paese di origine, per la richiesta del relativo visto.
Fatta questa breve e generale premessa, vogliamo segnalare che, all’inizio del mese di febbraio 2015, è stata nuovamente cambiata la modalità di convocazione dei richiedenti il ricongiungimento familiare che risiedono nella città di Milano, in Provincia di Milano e di Monza-Brianza.
E’ necessario far presente che, a causa della mole di istanze all’esame dello Sportello Unico per l’Immigrazione di Milano, al recente trasferimento degli uffici preposti nella nuova sede di Via Servio Tullio n.4 e alla carenza di personale, chi desidera ricongiungersi con i propri familiari, deve oggi attendere circa un anno e mezzo, dal momento in cui invia telematicamente la domanda, compilata sul sito del Ministero dell’Interno (https://nullaostalavoro.dlci.interno.it/Ministero/index2.jsp), a quando viene convocato/a per il rilascio del documento autorizzatorio all’ingresso del familiare o dell’intero nucleo familiare.
I dati dello Sportello Unico di Milano ci raccontano che molto raramente lo straniero è in grado di dimostrare il possesso dei requisiti di legge in un’unica convocazione. Oltre quindi al numero imponente di istanze che vengono trattate da questo organo, che raccoglie il bacino di utenza della Provincia di Milano e di Monza-Brianza, lo SUI di Milano deve affrontare faticose sessioni con l’utenza, spesso ignara delle norme vigenti o comunque impreparata di fronte alla complessità della modulistica, riconvocare spesso gli interessati, calendarizzare continuamente gli appuntamenti.
Eppure sul sito della stessa Prefettura di Milano, la lista dei documenti necessari all’ottenimento del Nulla Osta era stata tradotta in più lingue e pubblicata on line già nel 2013.
Orbene l’elenco delle domande di ricongiungimento familiare presentate nei primi mesi dell’anno 2014 è stato pubblicato e reso fruibile on line sul sito web della stessa Prefettura di Milano dove sono indicati i codici identificativi delle domande (non ovviamente i nomi dei richiedenti) ai quali corrisponde la data di convocazione.
Ecco il link per accedere all’elenco:
http://www.prefettura.it/milano/contenuti/48431.htm.
Come si può notare è riportato il numero identificativo della domanda telematica (es. MI140…- MB140…), la data e l’ora della convocazione e il codice identificativo dell’appuntamento e lo sportello a cui rivolgersi (es. RFNO01 sportello…). Gli appuntamenti arrivano sino al mese di Aprile 2015, per pratiche che – immaginiamo – essere state inviate a partire dal mese di gennaio 2014.
E’ già una buona notizia per molti stranieri che avevano quasi perso le speranze di vedere accolta la propia istanza. D’altra parte, non vi è modo di reperire informazioni in merito allo stato dei procedimenti, non essendoci un ufficio informazioni interno allo SUI o un numero a cui telefonare.
Si segnala peraltro che, anche per le istanze di ricongiungimento presentate negli anni 2012 e 2013, la data di nuova convocazione sarà conoscibile ESCLUSIVAMENTE mediante consultazione dell’elenco (verranno pubblicati degli elenchi ad hoc).
Insomma, tutte le istanze verranno progressivamente inserite in base all’ordine cronologico di presentazione e non solo, per cui si invitano tutti gli interessati e gli operatori che eventualmente li assistono, a consultare periodicamente l’elenco che verrà aggiornato.
Attenzione però: trascorsi 60 giorni dalla data dell’appuntamento assegnato e pubblicato sul sito, senza che i richiedenti si siano presentati o abbiano giustificato la mancata presentazione, la relativa pratica di ricongiungimento verrà archiviata.
Su questa ultima indicazione dello SUI di Milano, non è possibile non esprimere perplessità e segnalarne i profili di illeggitimità, da un punto di vista formale ed amministrativo.
In ogni caso, ci auguriamo che venga data massima diffusione alla nuova procedura di convocazione e che gli interessati, ovvero i cittadini stranieri che hanno presentato istanza più di un anno fa’, vengano a conoscenza della data dell’appuntamento tempestivament, senza dover ricorrere ad intermediari.
Come già segnalato ci troviamo di fronte ad uno strumento di cruciale importanza per la popolazione immigrata in Italia, sia per quanto riguarda la regolarità degli ingressi si per quanto concerne l’integrazione nella società degli stessi cittadini stranieri: nel 2013 il 41,2% dei permessi è stato rilasciato per motivi familiari, contro il 33,1% di quelli per lavoro. In tempi di crisi, la perdita del lavoro da parte del familiare che ha attivato la procedura o ancora, la revoca o il rigetto del permesso di quest’ultimo per altre ragioni, ha effetti diretti sul soggiorno dei familiari.
Non solo: le tempistiche delle convocazioni degli Sportelli Unici per l’Immigrazione, preposti all’analisi delle domande e alla trattazione delle pratiche, in molte grandi città, violano spesso, non solo le raccomandazioni comunitarie, ma il senso stesso del diritto all’unità familiare dello straniero così come ci è stato indicato dalla Direttiva europea, dalla CEDU, dalla Costituzione italiana e dalla stessa giurisprudenza nazionale e comunitaria.
A questo dobbiamo aggiungere come la complessità della documentazione ed i ritardi o gli intoppi della burocrazia nel rilasciare i vari documenti autorizzatori all’ingresso (basti pensare alle procedure per l’ottenimento dell’appuntamento per il rilascio del visto nelle nostre rappresentanze consolari all’estero- spesso affidato ad agenzie private…), nella pratica, lasci davvero poco spazio alla possibilità per il richiedente di sottoporre alle autorità, eventuali urgenze motivate da stati di salute dei familiari nel paese di origine, o alla necessità di chiedere di accelerare i tempi a fronte dello scoppiare di conflitti e guerre che preoccupano chi risiede in Italia e vuole ricongiungersi con la propria famiglia.